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Il Tuttofare esordio alla regia per Valerio Attanasio

Prima premessa. Valerio Attanasio (qui al suo esordio alla regia e firma anche la regia) è lo sceneggiatore di “Smetto quando voglio” e anche a non saperlo si capirebbe da questo film dove l’intreccio e la situazione divengono talmente assurdi da essere geniali.

Seconda premessa. Sergio Castellitto è un grande attore (e lo testimoniano anche i nomi dei registi con cui ha lavorato), ma in questo film ha raggiunto le vette dell’istrionico Vittorio Gassman.

Grafica Divina

Parto da queste premesse per dire quanto il film vada visto; finiti i tempi delle commedie che puntavano sul volgare e la flatulenza stiamo assistendo da alcuni anni alla rinascita della “Commedia all’italiana” dove si ride e si medita sulla morale.

Qui si riflette con amarezza (come in tanti film con Alberto Sordi) oltre a divertirsi per riprese geniali come quella del protagonista (il bravissimo Guglielmo Poggi) che corre verso l’aeroporto chiaro omaggio ad una delle scene più celebri di Intrigo Internazionale.

La storia in sintesi è breve: sfruttamento sul lavoro e praticantato a vita.

Antonio Bonocore lavora, o meglio fa praticantato, presso il celebre avvocato Salvatore (Toti) Bellastella, celeberrimo giurista, avvocato di grido presso i potenti e grande luminare universitario.

Antonio (di cui il Bellavista non ricorda mai né nome né cognome) per il suo mentore fa tutto.

Ovvero la spesa, cucina, si finge malato in aula e… sposa l’amante argentina di Toti per farle avere la cittadinanza italiana.

Una pura formalità. Almeno in apparenza.

E da qui una girandola di colpi di scena tra mastodontici malavitosi siciliani che cambiano sesso, suocere infuriate, la tirannica moglie (e proprietaria dello studio legale) del Bellastella che rovineranno la gioia del povero Antonio di aver brillantemente superato l’esame di stato.

Si ride (molto), si riflette (con amarezza) e si corre verso un rocambolesco finale (in parte visto in apertura con un espediente caro ai registi fin da Viale del tramonto).

E tutti vissero felici e contenti?

Diciamo di ni, siamo in Italia e si sa non conta la preparazione, ma la conoscenza.

Elena Sofia Ricci è Titti, la moglie del Toti, Clara Maria Alonso una geniale Isabel, Tonino Taiuti il padre del protagonista, Luca Avagliano un altro praticante che ben presto sceglierà una carriera più sicura, Giuseppe Ragone l’avvocato della mafia, ma soprattutto si segnala Roland Litrico che è di una bravura davvero unica in un ruolo… in transito.

Ovviamente poi ci sono i due protagonisti che funzionano in tale perfetta sintonia che si spera di vederli di nuovo assieme, l’istrionico Sergio Castellitto e il giovanissimo e talentuoso Guglielmo Poggi che ha una mimica facciale incredibile.

 

Articolo di: Luca Ramacciotti

 

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