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Alessandro Agostinelli sulle tracce di Leonardo…

Alessandro Agostinelli é scrittore e giornalista, in sella ad uno scooter Piaggio è partito in un viaggio per seguire le tracce che Leonardo ha lasciato dietro di sè e da Vinci è arrivato fino in Francia 🙂 Da questo viaggio è nato un prezioso libro edito da Exorma dal titolo “Da Vinci su tre ruote, in scooter alla scoperta del genio”

Cosa della vita di Leonardo Da Vinci ti ha convinto ad intraprendere un viaggio sulle sue tracce?

Grafica Divina

Leonardo Da Vinci mi ha appassionato molto da piccolo: un uomo che girava disarmato nella Firenze delle faide; che liberava gli uccelli nelle gabbie del mercato; che non mangiava carne… Insomma lo vedevo come un hippie in anticipo. Una specie di supereroe.
Il viaggio l’ho fatto per celebrare, nel 2019, il 500esimo anniversario della morte di Leonardo. Volevo partire dal suo luogo di nascita e arrivare, a tappe, in Francia, ad Amboise, dove era morto.

Come hai scelto i luoghi da narrare?

I luoghi scelti erano le città dove Leonardo ha vissuto e lavorato. Sono partito da Vinci, per la precisione dalla sua casa natale in località Anchiano. Da lì siamo andati a Firenze, dove Leonardo ha imparato a dipingere alla scuola di Andrea Verrocchio. Poi a Milano che è stata una delle città più importanti della sua esistenza, dove abbiamo visto il cenacolo e il Codice Atlantico. Siamo tornati indietro a Viareggio per una tappa gastronomica dallo chef Mancino e poi a Genova, città amata da Leonardo. Da lì siamo passati da Ventimiglia e poi da Avignone dove abbiamo parlato di candele di sego e dell’invenzione della carta. Dopo a Lione per capire le varie opere idrauliche francesi progettate dal genio del Rinascimento  e a Tours e da lì ad Amboise, fine corsa del viaggio. La scelta è stata da un lato legata agli incontri che ho fatto con esperti e ammiratori di Leonardo, dall’altro per un tragitto che avesse un quasi eguale numero di chilometri tutti i giorni, in modo da equilibrare bene l’impegno alla guida dello scooter a tre ruote MP500 messo a disposizione dalla Piaggio.

Chi ti ha “accompagnato in questo viaggio”?

Piaggio aveva messo a disposizione uno scooter solido e veloce, ma l’impegno alla guida è stato notevole per me. Per fortuna avevo al seguito un camper Arca di Trigano che è stata la mia casa per circa dieci giorni e il luogo dove le mie due troupe che si sono alternate potevano funzionare da appoggio e potevano lavorare alle riprese e al montaggio dei video che abbiamo prodotto per “Atlante”, il blog viaggi de L’Espresso. Ogni volta che mi chiedono chi era con me nel viaggio di Da Vinci, mi viene da ringraziarli: Anna Maria, Alex, Leo, Chiara, Bernard e Marzia.
Poi lungo il percorso ho incontrato vari amici e persone che hanno raccontato Leonardo e mi hanno aiutato a comprenderlo meglio. Parlo della direttrice del Museo leonardiano di Vinci Roberta Barsanti, di Pietro Marani del Politecnico di Milano, della storica dell’arte Cristina Acidini, del poeta Tomaso Kemeny, dello storico Franco Cardini, dell’artista Dominique Stroobant, dello scrittore Bernard Vanel, dello storico Pascal Brioist e altri.

Leonardo Da Vinci è riuscito a sorprenderti?

L’obiettivo del mio viaggio e del libro uscito per i tipi di Exòrma era il solito: stabilire se Leonardo fosse o meno un genio. Tutti gli esperti coi quali ho parlato e che nel libro vengono raccontati per ciò che dicono hanno dato la loro versione di Leonardo. C’è chi ha detto che prima di lui, come pittore, nessuno aveva mai dipinto l’aria, il pulviscolo atmosferico. C’è chi ha detto che i suoi progetti di canalizzazione sono stati la soluzione per tutta l’agricoltura e le bonifiche venute dopo. C’è chi ha detto che la sua capacità ingegneristica nella invenzione di armi è servita a sviluppare la guerra moderna. Ma c’è anche chi lo ha definito un bravo pittore e un ingegnoso vecchietto che però creava cose che non funzionavano: macchine volanti che cadevano, armi che facevano cilecca, ecc.
Ciò che mi ha sorpreso è la fama di Leonardo. Chiunque abbia incontrato in questo viaggio italo-francese conosceva Leonardo.

In sella ad uno scooter sei arrivato fino in Francia… che esperienza é stata?

Il viaggio è stato impegnativo, duro ma anche divertente. Non so se lo rifarei, ma certamente l’ho voluto fare con tutto me stesso. Era una cosa che desideravo tantissimo. Poter montare sopra uno scooter Piaggio (che è un simbolo italiano) per calcare le orme del genio italiano per eccellenza.
Sicuramente delle tappe progettata alcune erano troppo lunghe; sicuramente non avevo previsto il vento fortissimo in Provenza; sicuramente il viaggio di ritorno è stata una follia intrapresa sotto la pioggia. Diciamo che è stata un’esperienza che posso raccontare e che ha suggerito addirittura il libro che hai letto e di cui stiamo parlando, perciò qualcosa che resta nella mia storia biografica, nella storia dei viaggi sulle orme di Leonardo, nelle vicende che Piaggio ha sostenuto. 

Dopo questo viaggio qualcosa è cambiato in te?

Ho capito meglio chi fosse Leonardo Da Vinci. Ma soprattutto ho capito meglio come si acquisti la fama e come la si possa mantenere. Ho capito che riguardo a quest’ultima cosa sostanzialmente conta la fortuna e tante persone che parlino del tuo lavoro, non in un solo momento storico.
Ciò che non è cambiato è un po’ di sana incoscienza che mi appartiene e che fa sì che io continui sempre a pensare a viaggi i più avventurosi. 

Cosa ti aspetta adesso?

Dopo il Festival del Viaggio a Viareggio, sto progettando il viaggio su Dante Alighieri per il 2021. Sarà il 700esimo della morte di Dante e stiamo già organizzando il viaggio per la primavera prossima.

Intervista di: Elena Torre

Foto di: Marzia Stevenson Maestri 

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