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Edoardo Vianello: in Campidoglio il concerto

Edoardo Vianello: in Campidoglio il concerto per gli 80 anni! (24 giugno)

ROMA – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Prenotazione obbligatoria al numero +39 06 45552941 (Orario: 10-18)

Grafica Divina

Un timbro vocale ancora da ventenne che, se moltiplicato per quattro, il compleanno che si appresta a compiere, produce la stessa brillantezza: la voce dell’estate, quella di Edoardo Vianello, sarà dunque la protagonista di un importante compleanno, i suoi 80 anni, celebrati proprio il giorno della nascita, il 24 giugno, nella terrazza della sua amata Roma, piazza del Campidoglio. Alle 19 di sera, quando il tramonto fa capo sul più autorevole dei sette colli, davanti alla statua di Marc’Aurelio e ad un pubblico multigenerazionale, il cantante, autore e attore sarà il “cicerone” di se stesso in un excursus artistico che ripercorrerà la sua plurisessantennale carriera, divisa tra vinile, cinema e televisione. Un concerto-evento aperto liberamente al pubblico e interpretato insieme ad una band di dieci elementi, che conterà il meglio del suo repertorio, dai “Watussi” e “Abbronzatissima” a “Guarda come dondolo”, “Pinne fucile ed occhiali”, fino a brani scritti per colleghi, come “La partita di pallone” di Rita Pavone, e le più celebri composizioni dei Vianella interpretate negli anni Settanta con Wilma Goich.
Le canzoni di Vianello sono state tradotte in numerose lingue, i musicarelli che ha interpretato hanno segnato l’immaginario collettivo di molti italiani, il suo stile compositivo e vocale ha dato un’impronta sui generis all’estate di ieri ed oggi (alcuni dei suoi brani cult sono stati anche remixati in più occasioni), la sua storia è raccontata in molti libri, ma quello che continua a stupire è proprio l’unicità delle sue corde vocali e l’energia di un giovane ribelle che conserva la propria voglia di comunicare allegria e spensieratezza attraverso la musica. Assistere ad una sua esibizione dal vivo è la maniera più efficace per vivere quest’esperienza: Roma, in questo, si appresta a fargli (e farci) un grande regalo!
L’evento ha il patrocinio di Roma Capitale.

EDOARDO VIANELLO (Fonte: Wikipedia)
Figlio del poeta futurista Alberto Vianello, da bambino inizia a suonare una fisarmonica, che il padre aveva regalato a sua sorella, provando ad inventare nuovi motivi.
Studente di ragioneria, suona la chitarra in alcune orchestre, esibendosi come musicista in qualche locale della sua città; il debutto come cantante avviene però il 22 aprile del 1956, quando Edoardo Vianello si presenta in pubblico, in occasione di uno spettacolo allestito dagli alunni dell’Istituto di ragioneria Leonardo da Vinci (dove lo stesso Vianello studiava), al “Teatro Olimpico” di Roma, che allora si chiamava “Teatro Flaminio”, facendo il verso al leggendario gruppo gospel americano “Golden Gate Quartet”, Edoardo si esibisce, insieme ad un quartetto di finti “negretti”, interpretando il brano Jerico e una canzone dell’ancora poco conosciuto Domenico Modugno, Musetto, presentata da Gianni Marzocchi al Festival di Sanremo dello stesso anno e resa celebre poi dal Quartetto Cetra.
Il vero debutto professionale avviene però nel 1959 come attore e cantante, nella compagnia di Lina Volonghi, Alberto Lionello e Lauretta Masiero (il capocomico è Lucio Ardenzi), in due lavori teatrali intitolati “Mare e Whisky” (di Guido Rocca) e “Il Lieto Fine” (di Luciano Salce), con musiche di Piero Umiliani ed Ennio Morricone. Incontra Teddy Reno, che gli fa conoscere un suo amico, il paroliere Carlo Rossi (nessun legame con il Carlo Alberto Rossi di “E se domani”): costui scrive testi allegri e spensierati, sta cercando un musicista per trarne delle canzoni, e Vianello si dimostra subito interessato. In breve i due compongono alcuni brani che Vianello comincia a far girare: in una delle sue serate viene notato da un funzionario della RCA, e in breve ottiene un contratto che gli consente di pubblicare nello stesso anno il suo primo 45 giri, “Ma guardatela”.
Segue pochi mesi dopo “Umilmente ti chiedo perdono”, scritta con l’attore Gianni Musy e “Siamo due esquimesi”, ispirata al film “Ombre bianche”: quest’ultima è la prima canzone in cui si fa accompagnare dai Flippers, che oltre ad essere uno dei due suoi complessi di accompagnamento (l’altro sono i Discoboli) incideranno anche alcuni 45 giri per conto proprio. Successivamente partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo 1961 con “Che freddo!”, incisa anche da Mina, Sergio Bruni, Claudio Villa e Sergio Endrigo. La canzone non riscuote un grande successo, ma gli permette comunque di farsi apprezzare dal grande pubblico.
La prima partecipazione televisiva importante è “Studio Uno”, il celebre show con Mina, Don Lurio e le Gemelle Kessler, dove il 4 novembre 1961 lancia quello che sarà il suo primo grande successo “Il capello”. Il brano lo rende noto al grande pubblico come cantautore scanzonato, caratteristica che lo contraddistinguerà sempre nell’arco della lunga carriera: nella memoria collettiva i suoi successi sono parte integrante della colonna sonora delle estati spensierate degli anni ’60. L’arrangiamento de “il Capello” è del premio Oscar Luis Enriquez Bagalov, mentre per i successivi 5 anni le orchestrazioni dei suoi dischi saranno curate da Ennio Morricone (due premi Oscar), che con i suoi geniali arrangiamenti darà un valore aggiunto ai suoi brani.
Nell’estate del 1962 “Pinne fucile ed occhiali” e “Guarda come dondolo”, che saranno poi inserite nella colonna sonora del film “Il sorpasso” di Dino Risi, ne segnano l’affermazione definitiva, sia come compositore che come cantante
Nel 1963 scrive per Rita Pavone “La partita di pallone”, che sarà la canzone che la porterà al successo, e “Sul cocuzzolo della montagna” e nell’estate del 1963 ottiene altri due grandi successi discografici personali con Abbronzatissima e I Watussi.
Nel 1964 il singolo “O mio signore”, scritta con Mogol, arriva in prima posizione e per due mesi comanda la classifica delle vendite. Nello stesso anno pubblica in estate “Hully gully in 10” e “Tremarella”.
Nel 1965 musica il primo testo scritto da Franco Califano “Da molto lontano”. Vianello considererà questa canzone sempre la sua migliore composizione. Nello stesso anno il suo disco per l’estate è “Il peperone”.
Nel 1966 partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Parlami di te”, in coppia con Françoise Hardy, conquistando la finale. Lo stesso anno la Hardy lancia in Francia una canzone di Vianello “Il est des chose”s che diventerà un grande successo, riproposta poi in Italia da Tony Renis con il titolo di “Ci sono cose più grandi”. Durante l’estate è vittima di un gravissimo incidente stradale sull’Autostrada del Sole, che lo terrò lontano dalle scene per più di un anno.
Nel 1967 sposa la cantante Wilma Goich, dalla quale avrà la prima figlia Susanna.
Nel 1969 fonda con Franco Califano la casa discografica “Apollo Records”, con la quale incideranno Amedeo Minghi, Renato Zero, Wilma Goich, lo stesso Califano e i Ricchi e Poveri.
Nel 1970 lancia, con la sua etichetta, i Ricchi e Poveri, presentandoli a Sanremo con “La prima cosa bella” e l’anno seguente con “Che sarà”.
Nel 1971 crea il duo I Vianella, insieme alla moglie Wilma Goich, che si imporrà al Disco dell’Estate del 1972 con “Semo gente de borgata” e a quello dell’anno successivo con “Fijo mio”, scritta da Franco Califano e Amedeo Minghi.
Nel 1973 i Vianella partecipano a Canzonissima ’73 di RaiUno, vincendo tutte le puntate e arrivando terzi alla finalissima.
Nel 1978 si separa da Wilma Goich e nel 1981 il duo si scioglie anche in concomitanza con la rivalutazione da parte del pubblico e della critica delle canzoni degli anni ’60, tant’è che Vianello può riprendere la sua carriera di solista. Lo storico duo si ricostituirà nel 2014 registrando un CD dal titolo “C’eravamo tanto amati…”
Nel 1982 partecipa al film “Sapore di Mare” di Carlo Vanzina, nel quale fa se stesso, e ben 7 sue canzoni fanno parte della colonna sonora.
Nel 1991 sposa Vania Muccioli dalla quale avrà il secondo figlio Alessandro Alberto.
Nel 1996 Edoardo Vianello interpreta la canzone “Li immortacci”, contenuta nell’album “Eat the Phikis” di Elio e le Storie Tese, insieme a Giorgia; il brano cita un frammento musicale del suo più grande successo I Watussi. Nello stesso anno festeggia i suoi quarant’anni di carriera nel quartiere popolare di Tor Pignattara di Roma, con un grande concerto intitolato Festa de borgata.
Nel 1998 si separa dalla seconda moglie.
Nel 2003 il cantante Brusco lancia una versione rap di “Abbronzatissima”, che primeggerà per diverse settimane nelle classifiche.
Nel 2005 partecipa al reality di RaiUno “Il Ristorante”, che si concluderà con una… torta in faccia lanciata alla Clerici dalla futura terza moglie Elfrida Ismolli.
Nel 2006 sposa Elfrida Ismolli. Nello stesso anno celebra i cinquant’anni di carriera con due concerti al Parco della Musica di Roma, il primo in aprile alla Sala Sanipoli e il successivo in luglio alla Cavea, dai quali trae il materiale per realizzare un DVD dal titolo “50 primavere per una lunga estate”
Nel 2008 registra un CD dal titolo “Replay”, nel quale ripropone, alla sua maniera, tutti i successi che negli anni 60′ facevano concorrenza al suo repertorio, e che spesso attribuivano a lui (“Sei diventata nera”, “Stessa spiaggia stesso mare”, “Il pullover”, “Con te sulla spiaggia”, “Luglio” ecc.)
Il 21 aprile 2013, in collaborazione con il Comune di Roma, organizza un grande omaggio pubblico al suo amico e collaboratore Franco Califano, morto 20 giorni prima, con il concerto “Non escludo il ritorno” svoltosi in piazza del Popolo a Roma, al quale partecipano grandissimi ospiti, da Minghi a Peppino di Capri, da Raf a Zampaglione, da Fiorello a Bonolis, da Fiorini a Fred Bongusto, a Mariella Nava ad Anna Tatangelo, Renato Zero, Max Tortora, Gianluca Grignani, Simone Cristicchi, Luisa Corna e tanti altri, presentato generosamente da Fabrizio Frizzi. Pubblico straripante, oltre 40.000 persone, e spettacolo pieno di emozioni.
Nel 2016 sfavillante festa alla Terrazza Caffarelli in Campidoglio, con relativo concerto, per i 60 anni di carriera.
Nel 2017 è protagonista, insieme a Panatta, Lippi e Buzzanca, di un intelligente e divertente programma di RaiDue “Non è mai troppo tardi”, girato in Giappone. Nell’estate dello stesso anno pubblica con il gruppo napoletano dei “Quisisona” la canzone “Vecchio Twist”.

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