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Conosciamo meglio l’eclettico Cristian Ruiz

Sulla sua biografia si legge nato a San Benedetto del Tronto nel 1973.

Allievo del maestro John Strasberg figlio di Lee, fondatore dell,”Actors’ Studio” di NY Acting Training Con Beatrice Bracco (metodo Stanislawsky) a Roma, con Bruno Fornasari (Accademia dei Filodrammatici) a Milano, presso Quelli di Grock a Milano e presso il New York Movie Center di NY Canto con Luca Jurmann, Maria Grazia Fontana presso la St. Louis Music Center di Roma, Raffaella Misiti, Jana Mrazova (docente S. Cecilia)\r\n– Danza moderna con Debbie Allen, coreografa di Fame, Susie Taylor, Michelle Assaf a New York; Terry Beeman, Doug Caldwell, Alex Magno a Los Angeles.

Grafica Divina

Sta per tornare in scena con il musical Priscilla, successo della scorsa stagione teatrale. Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato di sè 😉

Come sei arrivato ad essere uno degli attori più preparati nel panorama italiano?

Non so se mi si possa definire “uno degli attori più preparati”, sicuramente ho tantissima esperienza e molto molto coraggio, ma forse è proprio questo che mi ha portato dove sono ora. Da quando ho cominciato, giovanissimo, non ho mai avuto un dubbio su quello che avrei voluto fare. Credo sia proprio il coraggio a fare la differenza molte volte, quando sento di aver più paura è proprio allora che mi butto nelle sfide, stupidamente, forse, ma ho sempre fiducia che il paracadute a un certo punto si apra.

Sei un attore completo sul modello americano… Cosa pensi della realtà italiana?

Credo che in Italia ci sia bisogno di personalità poliedriche, abbiamo sempre associato l’idea di “quello che sa fare tutto” ad una sorta di animatore. In realtà il mestiere del performer è un mestiere che negli Stati Uniti esiste da sempre, non serve che ricordi che da noi c’è stato Renato Rascel e c’è ancora Massimo Ranieri… che cosa è successo dopo? Credo che talenti del genere vadano sostenuti, non marchiati con il bollino di “quelli che ci provano”. In Italia il teatro è una grande istituzione che ahimè si sta perdendo, io nel mio piccolo, sia con produzioni grandi come Priscilla che con piccoli lavori, cerco di invogliare a venire a teatro chi non c’è mai stato, tantissime delle persone che mi seguono portano in sala amici che non hanno mai visto un musical, e il 90% di loro li ho rivisti in platea poche settimane dopo. Questa per me è una piccola vittoria!

Ogni anno vengono trasformati in musical sempre più spettacoli a volte anche con un po’ di forzature. Cosa ne pensi?

Ultimamente anche a Broadway c’è la tendenza a trasformare film o romanzi in musical, non credo sia un male, l’esempio di Spring Awakening tratto da Wedekind è ottimo e di successo. I miei spettacoli “off” sono quasi sempre operazioni totalmente italiane (grazie anche al mio amico Andrea Palotto che è un ottimo autore e regista) ma la fatica di trovare produttori coraggiosi c’è. Quando si crea un musical le dinamiche che intervengono sono molte e delicate, non si possono mettere canzoni “a caso” come troppe volte mi è capitato di sentire, o scegliere di far cantare tutti i personaggi con un unico stile musicale, fortunatamente però c’è un bel gruppo di nuovi compositori che conoscono questi dettagli, dateci un po’ di tempo e vi stupiremo.

Cosa non deve mancare ad un attore?

La voglia di imparare, sempre. Io ho cominciato all’alba dei miei 41 anni un bel corso di Russo.

Priscilla è stato senza dubbio uno dei successi della scorsa stagione che sta tornando sui palcoscenici quale la formula del suo successo?

Se parlassi solo delle musiche di Priscilla farei un torto a molti. Questo testo è davvero ricco di sfaccettature, parla di amore, di amicizia, di accettazione, di legami familiari, parla di ognuno di noi, parla di tutte le volte che ci siamo sentiti esclusi o non all’altezza, parla delle cavolate che facciamo con i nostri amici… il tutto con le note di “I will survive” o “Girls just wanna have fun”, beh se non è genio questo.

Quale, se c’è un ruolo che vorresti interpretare con il quale non ti sei ancora misurato?

Credo Henry Jekyll in “Jekyll and Hyde”, ma se non mi sbaglio l’hanno già prodotto in Italia, beh per fortuna i ruoli sono molti, e se non dovesse andare ho sempre la mia casetta al mare che mi aspetta!

Intervista di: Matilde Alfieri

Foto: Silvia Arosio

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