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Audrey Magee Quando tutto sarà finito

 \r\n\r\nUn esordio straordinario che ha scatenato un’asta accesissima in tutto il mondo.\r\n\r\nUno stile rapido e innovativo, con lo straordinario ritmo di dialoghi serrati e incalzanti, che ricorda Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka. La storia di un amore per caso, una straordinaria capacità di coniugare orrore ed eleganza.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta è la storia di un «amore per caso», raccontata per dialoghi, su due palcoscenici: la Berlino in guerra e il fronte russo a Stalingrado.  Stalingrado.\r\n\r\nPeter Faber è un soldato semplice, un insegnante spedito sul fronte orientale. Katharina Spinell è una ragazza di Berlino, con un lavoro poco attraente e genitori oppressivi. I due si sposano senza essersi mai conosciuti: è un matrimonio di assoluta convenienza, che garantisce a lui una licenza di dieci giorni, a lei una pensione Peter dovesse morire in guerra.\r\n\r\nInaspettatamente, i due ragazzi si innamorano a prima vista, e al momento della separazione si scambiano promesse di fedeltà e di un futuro insieme. Il ricordo dei brevi giorni passati con Katharina e il sogno di una vita familiare al ritorno, sono le uniche cose che permettono a Peter di resistere agli orrori del fronte russo, raccontati nei dettagli, quasi sempre per dialoghi con il gruppetto di commilitoni che lo accompagnerà fino a «quando tutto sarà finito». Anche Katharina, a Berlino, si ripete che «quando tutto sarà finito» riuscirà a crearsi una vita con Peter e il bambino che nel frattempo si accorge di aspettare, e soprattutto a sfuggire al controllo ossessivo di un padre convinto seguace della dottrina nazista: è questo il personaggio che meglio di tutti rappresenta la Germania del tempo, quella della «banalità del male», quella della gente comune che ritiene legittimo impadronirsi delle case degli ebrei deportati, stanare i fuggiaschi e continuare a brindare alla vittoria e a godere dei privilegi conquistati all’interno del regime anche quando la realtà annuncia la sconfitta. Sempre più stanco e disilluso Peter, sempre più ansiosa per il proprio destino e quello del figlio Katharina, continuano a scambiarsi lettere e promesse, fino alla fine della guerra e di ogni speranza, attraverso le vicende spaventose che sconvolgono tutti i cittadini della nazione sconfitta. Le difficili, alterne emozioni dei due ragazzi, e dei loro compagni nel drammatico viaggio, sono rivelate con estrema efficacia dalla forma narrativa che sceglie la Magee: brevi, distaccate descrizioni di gioie e orrori, di ambienti per lo più claustrofobici ed essenziali, e lunghi, incalzanti dialoghi, sempre più aperti e sinceri, sempre più rivelatori del dramma interiore di ciascuno man mano che la sconfitta, della nazione e di ogni individuo, si avvicina. Con le poche, pacate eccezioni di chi rimane moralmente integro nonostante tutto.\r\n\r\nFinalista 2014\r\n\r\nBaileys Women’s Prize\r\n\r\n \r\n\r\nAudrey Magee lavora da dodici anni come giornalista per, tra altre testate, «The Times», «The Irish Times», «The Observer» e «The Guardian». Ha conseguito un Bachelor of Arts in tedesco e francese all’University College di Dublino e un master di giornalismo al Dublin City College. Vive a Wicklow con il marito e le tre figlie. Quando tutto sarà finito è il suo primo romanzo.\r\n\r\n 

Grafica Divina

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