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Stai zitta e va’ in cucina

In occasione della Giornata internazionale\r\n\r\ncontro la discriminazione femminile e la violenza sulle donne indetta dall’Onu (25 novembre 2015)\r\n\r\nBollati Boringhieri ricorda il libro di\r\n\r\nFilippo Maria BATTAGLIA\r\n\r\nSTAI ZITTA E VA’ IN CUCINA\r\n\r\nBreve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo\r\n\r\n \r\n\r\n“Un’inchiesta al vetriolo sulle condizioni della politica italiana” Le Parisien\r\n\r\n“Un libro meritorio e documentato” Il Domenicale del Sole 24 ore\r\n\r\n“Pagine stupefacenti. Un irresistibile campionario fallocratico” La Stampa\r\n\r\n \r\n\r\nSecondo i dati del World economic forum, l’Italia è al 37° posto nella classifica sulla parità di genere in politica.\r\n\r\nDietro Paesi come Bangladesh, Mozambico, Bulgaria e Costarica\r\n\r\nA casa sono regine indiscusse, fuori sono suddite sottomesse. Viste dalla politica, le donne italiane devono essere così. «La moglie fa la moglie e basta», deve essere «remissiva», ha molti doveri, pochi diritti e «specifiche attitudini».  Se emancipata è di «facili costumi», se bella «è per questo che fa carriera», se brillante è «perché abilmente manovrata». Stai zitta e va’ in cucina è la storia degli insulti, delle discriminazioni e dei pregiudizi politici nei confronti delle donne. Ed è una storia a cui partecipano quasi tutti: i padri costituenti e Beppe Grillo, il Pci e Silvio Berlusconi, la Dc e i partiti laici, i piccoli movimenti e le grandi coalizioni. Nell’Italia repubblicana, la crociata sessista arruola premier e segretari di partito, peones e ministri, capi di Stato e grand commis. E dopo il suffragio universale «concesso» nel ’45, si fa rumorosa già con la stesura della Costituzione, proseguendo fino ai giorni nostri, tra appelli, citazioni sofisticate e insulti beceri. Dalla battaglia sul divorzio alle norme contro la violenza sessuale, dall’accesso alla magistratura al dibattito sulle quote rosa, un racconto storico, ma incredibilmente contemporaneo, per capire come si è diffusa e perpetrata la misoginia politica in uno dei Paesi più maschilisti d’Europa.\r\n\r\nFilippo Maria Battaglia (Palermo, 1984), giornalista di Sky TG24, vive a Milano. Ha scritto tra l’altro per le pagine culturali di «Panorama», «Il Foglio», «Il Giornale», e del dorso siciliano di «Repubblica». Con questa casa editrice ha pubblicato Lei non sa chi ero io! La nascita della Casta in Italia (2014). È inoltre autore di: A sua insaputa. Autobiografia non autorizzata della Seconda Repubblica (con A. Giuffrè, Castelvecchi, 2013), I sommersi e i dannati. La scrittura dispersa e dimenticata nel ’900 italiano (Otto/Novecento, 2013). Ha curato diverse antologie giornalistiche, tra cui Scusi, lei si sente italiano? (con P. Di Paolo, Laterza, 2010²) e Professione reporter (con B. Benvenuto, Bur-Rizzoli, 2008).

Grafica Divina

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