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Ubaldo Di Leva ospite del nostro format per conoscere meglio i nuovi protagonisti della scena musicale

 

Ubaldo di Leva, la nostra intervista

Ubaldo Di Leva nasce a Caserta e fin da piccolo ha sempre avuto la passione per due cose che caratterizzano particolarmente la sua vita: tecnologia e musica. Inizia a far parlare di sé già dal suo esordio come cantante, avvenuto il 10 settembre 2012, quando, appena compiuti i diciotto anni, ha deciso di iniziare il suo progetto musicale.Da lì la sua vita è completamente dedicata alla musica. Noi l’abbiamo invcontrato ed ecco cosa abbiamo scoperto du di lui.

Grafica Divina
Quali sono gli ingredienti per scegliere un singolo? Come hai scelto “Un cuore forte”?
Ho scelto “Un Cuore Forte” perché era la prosecuzione ideale del progetto iniziato ad Aprile 2016 con il singolo “Non Riesco A Convincermi”. Gli ingredienti sono i classici di una storia d’amore. Si, diciamolo con onestà le canzoni d’amore non passeranno mai di moda e mai diventeranno scontate. Ho cercato però di attualizzare la storia, forse è questo l’ingrediente ‘segreto’ che sto sviluppando nella mia scrittura. Parlo dell’amore nei nostri tempi dove la tecnologia e i social hanno influenzato i nostri comportamenti e atteggiamenti con le persone, ci sentiamo tutti dei supereroi ma in realtà non lo siamo. L’errore più grande che commettiamo è allontanarci da chi amiamo perché abbiamo paura di affrontare le difficoltà. Il brano vuole semplicemente dimostrare che da soli non riusciremo mai ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. È un messaggio positivo, basta circondarsi di persone indecise ma proviamo a stare con persone che ci amano per quello che siamo veramente.

 

 

Cosa non deve mai mancare in un brano che ascolti e in uno che scrivi?

Io ascolto di tutto perché la prima cosa che non deve mancare è il rispetto; Il rispetto per l’artista e per la musica anche se magari non ci entusiasma, ma ogni artista quando scrive una canzone si mette a nudo e racconta la sua storia, ogni canzone va rispettata. Quando scrivo cerco sempre di mettere tanto sentimento, sto li a centellinare ogni singola parola per essere diretto con chi mi ascolta senza troppi giri cercando di arrivare al cuore di ogni persona che mi ascolterà.

Quali sono i tuoi modelli musicali?
Amo il cantautorato italiano da quello storico a quello più moderno vicino alla mia età. Seguo molto la musica italiana, non faccio nomi perché dovrei fare una lista lunghissima. Negli ultimi tempi sono molto influenzato dalle sonorità elettroniche ma cerco comunque di miscelare elettronica e musica suonata. Ogni tanto faccio delle full immersion nella musica straniera e cerco di cogliere le novità e molti spunti interessanti.
Quali suggestioni contiene il tuo ultimo lavoro discografico?
Ho cercato semplicemente di portare una storia che con parole semplici descrivesse l’angoscia, la delusione, un amore che dopo mille problemi ritorna in modo forte ed intenso perché non possiamo escluderlo dalla nostra vita. Sotto il profilo musicale invece ho preso spunto dall’attuale elettro-pop che si basa su sintetizzatori e strumenti elettronici miscelando il tutto con musica suonata ad esempio le chitarre donano quel sentimento che un computer non può trasmettere.

 

 

Che rapporto hai con il tuo pubblico?
E’ bello potersi rapportare giornalmente con un gruppo di persone che ti segue ciò significa che sei riuscito a trasmettere un qualcosa di positivo. Sono molto contento di poter rispondere spesso sui social alle persone che mi scrivono complimenti o semplicemente chiedono più informazioni su di me. Mi capita spesso di ricevere domande da ragazzi che vorrebbero avvicinarsi a questo lavoro chiedendo consigli, cerco sempre di incoraggiarli ma sottolineando sempre che questo lavoro ha bisogno di impegno, dedizione, insomma ogni giorno bisogna aprire bottega e lavorare.

 

 

Come vivi il tuo presente?
Sarò sincero, il mio è un presente turbolento. Sono una persona introversa, emotiva, cerco di contare sempre più su me stesso e meno sugli altri, ma è anche vero che da soli non si fanno miracoli. Vivo la mia vita negli ultimi tempi in modo molto accelerato concentrandomi forse troppo sulla musica e tralasciando spesso i rapporti con le persone che fanno fatica a corrermi dietro (o il contrario). Purtroppo viviamo in un mondo che si muove molto veloce, non aspetta e non ti perdona nessun errore.

 

 

Cosa vorresti per la tua musica? Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Vorrei sicuramente proseguire questo progetto con la continuazione dei singoli e quindi della storia con questo racconto quasi ‘a puntate’ e raccogliere magari a fine anno tutti i brani in un disco di cui però sto ancora immaginando il supporto, mi piacerebbe fare un vinile. Tra i miei coetanei si è persa la cultura di ascoltare un disco intero, oggi è più importante il videoclip che la canzone stessa, non è una moda che mi piace ma cerco appunto di sfruttarla e concentrarmi anche sulla parte visiva delle mie canzoni.
Intervista di:  Lucrezia Monti

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