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Conosciamo meglio… Sergio Fanucci

Sergio Fanucci (1965) è cresciuto nel mondo dei libri. Nipote di editori, ha lavorato fin da ragazzo nelle aziende di famiglia e nel 1990 ha ereditato la casa editrice del padre. Infaticabile lettore, ha letto più di 3000 romanzi, seleziona personalmente i romanzi che pubblica e ha da sempre una passione per i grandi thriller americani.

Codice Scorsese, uscito lo scorso anno, è il primo romanzo della Trilogia dei Codici, in corso di pubblicazione per Rizzoli. Il secondo volume della trilogia, Codice Scriba, è uscito a novembre 2016.

Grafica Divina

La Fanucci Editore è una casa editrice italiana con sede a Roma fondata nel 1971. Specializzata sin dall’inizio nel campo della fantascienza e del fantastico, si dedica anche alla produzione di romanzi per ragazzi e per adolescenti. Nel 2011 il gruppo Fanucci è divenuto il secondo editore per importanza con sede a Roma, con tre marchi, Fanucci editore, Leggereditore e Timecrime (che pubblica gialli, noir e thriller). Il gruppo pubblica più di 100 novità all’anno. Possiede una libreria a Roma.

Tra i successi editoriali prima i romanzi della serie X-Files, quindi la narrativa del grande autore americano Philip K. Dick dal 1996, di cui la Fanucci possiede i diritti esclusivi per l’Italia dal 1999, autore di cui ha pubblicato a partire dal 2000 tutte le opere in un’apposita collana.

Da poco è uscito “Codice Scriba” secondo libro dedicato alla trilogia dei codici noi l’abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato…

 

Essere cresciuto in una famiglia di editori ti ha spronato o condizionato nella tua scelta di scrivere? 

Leggo da sempre, da quando preferivo un romanzo invece di una partita di calcio, da quando rimanevo sveglio la notte per finire un capitolo o l’intero libro… A casa mia, come da mio nonno, i libri ci sono sempre stati e quando cresci in una famiglia che ama i libri, non puoi non lasciarti prendere dalla tentazione di sfogliare le pagine, giusto solo per capire che cosa attiri tanto le persone piene di curiosità. Poi è scattata la passione, avrò letto più di tremila romanzi, alimentato un bisogno costruendoci sopra un lavoro e alla fine eccomi qui, come scrittore..
Su cosa hai appoggiato la scelta di dedicare una serie di libri ai codici? 

Il codice è una formula, un mistero, un linguaggio, una chiave, una complicità, un’intesa e tanto altro, nasconde diversi mondi che sono facili da alimentare con idee e suggestioni. Mondi culturali come in Codice Scriba oppure etici come in Codice Scorsese che lo precede, e nel prossimo Codice Lumiere saranno… no, niente spoiler. Provate a pensare quante volte usiamo un codice nella nostra vita quotidiana fatta di piccole cose, è facile, sempre. A volte decifrarlo è semplice altre invece complicato, ma comunque fa sempre fare uno scatto alla mente ed è quello che ho cercato di far fare al lettore nei miei libri.

 

I libri sono nati insieme o sono la naturale continuazione l’uno dell’altro?

L’idea della trilogia mi è venuta dopo aver superato i 2/3 del primo romanzo, Codice Scorsese, e i motivi principali sono il numero dei personaggi, l’intreccio internazionale, i loro comportamenti e cambiamenti, una storia a più livelli… elementi che non avrei mai risolto in un unico libro. E poi, dopo il terzo e ultimo atto, avrò in mano un mondo pieno ci suggestioni e chissà che non creerò qualche spin-off. I due libri possono essere letti separatamente ma quando si ha davanti una trilogia, è sempre consigliabile partire dal primo.
In che modo i protagonisti sono cresciuti in seno alla storia?

Sono cresciuti insieme a me e tanto, si sono trasformati, e non è ancora finita. Il primo romanzo l’ho scritto in due anni, non avevo la maturazione del secondo, la fluidità della lingua e soprattutto i personaggi erano appena nati. Il secondo l’ho concluso in otto mesi, oltre 500 pagine di storie intense, un intreccio mortale che li costringe a fare i conti con loro stessi e non sfuggire dalla realtà e dalle responsabilità. Nel terzo e ultimo libro, saranno un’altra cosa rispetto al primo perché le vicende vissute li avranno segnati per sempre. La vita è evoluzione e così lo è la scrittura e chi la abita.
Quanto ti assomigliano i personaggi e quanto vorresti somigliare loro?

Nessuno di loro mi rappresenta in modo netto, ho disseminato il mio modo di affrontare le cose, le mie paure, le mie gioie, le mie sfide, il mio approccio alla vita in ognuno di loro, maschio o femmina che sia, senza curarmi di sentire una vera rappresentazione. Credo che un romanzo anche minimamente autobiografico nei protagonisti, rischi di diventare auto celebrativo, ridondante e decisamente limitato. La formula che ho scelto è il mondo che ci circonda con tutte le sue contraddizioni e amare realtà, ma anche con i sentimenti e l’amore che pervade parte del mio scrivere. Ecco, forse una cosa veramente mia è l’amore del padre Scorsese alla figlia Elisabeth: sorprendente, incondizionato, protettivo, doloroso ma infinito.
Tu sei anche editore, quanto questo entra nel tuo essere scrittore?

Una mia amica americana mi ha detto che non riuscirei a scrivere così intensamente e velocemente senza il mestiere da editore e forse ha ragione. Non ho la prova contraria quindi non posso darle torto comunque, ma sicuramente aver allenato la mente per tanti anni leggendo storie di altri, mi ha insegnato a creare un mondo mio, a far muovere dentro i personaggi, a intessere le loro relazioni e innescare un complotto degno di un thriller appassionante e intrigante. Scelgo personalmente i libri che pubblico ma quando scrivo mi affido alle mie sensazioni non filtrate e poi a un’editor che ascolto moltissimo, guai a non averla, senza di lei non sarebbe mai uscita una pagina. Nel lavoro ci vuole umiltà e conoscenza dei propri limiti, altrimenti non vai da nessuna parte.
E dopo Codice scriba?  

Come ho accennato, uscirà sempre per Rizzoli il terzo e ultimo libro, dal titolo Codice Lumiere, in questo 2017 e poi vedrò cosa mi verrà in mente. Ho diversi progetti nel cassetto, qualcuno già cominciato, che preme per essere completato, ed è in attesa di essere ripreso presto. Ho girato il modo, mi piace viaggiare, l’ho riportato nei miei libri e chissà che tra un po’ non mi fermi e scriva dell’Italia, magari di un politico del M5S trovato cadavere nella bassa Padania…

Chissà. O forse invece scriverò del primo omicidio su Marte durante la prima grande spedizione umana. Fantascienza? Forse ma il mondo della letteratura non ha confini ed è pura estasi lasciarsi andare e riempire il foglio di ciò che crei nella tua mente. Un’esperienza unica e meravigliosa, da condividere ma anche da custodire come il più grande dei tesori perché essere uno scrittore è veramente il mestiere più bello del mondo. Parola di editore.

 

Intervista di: Elena Torre

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