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Proietti in libreria

In libreria dal 13 novembreTUTTO SOMMATO\r\n\r\nQualcosa mi ricordo\r\n\r\ndi Gigi Proietti\r\n\r\n

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 Dall’avanguardia al varietà: per la prima volta Proietti racconta, attraverso la sua straordinaria carriera,\r\noltre mezzo secolo di spettacolo italiano

\r\nGigi Proietti è un attore fuori dal comune, uno dei più grandi mattatori dell’ultimo mezzo secolo, capace di incatenare da solo, sul palcoscenico o sul piccolo schermo, l’attenzione di migliaia o milioni di spettatori in virtù di un’assoluta padronanza tecnica, di un carisma e di una cultura di cui solo i grandi sono dotati. All’esuberanza sulla scena, tuttavia, Proietti ha sempre accompagnato una riservatezza assoluta sulla sua vita privata. Oggi, per la prima volta, ha deciso di raccontare in un libro tutto di sé, e tutto il formidabile repertorio di aneddoti e avventure accumulato in una vita tra i protagonisti del teatro, della radio, della televisione, del cinema italiani. Dimostrando, anche sulla pagina, il talento esibito sul palco.\r\n\r\nGIGI PROIETTI, è nato a Roma nel 1940. Appassionato musicista e cantante fin dalla giovinezza, durante l’università si avvicina al teatro sperimentale. Nel 1970 trionfa nel musical Alleluja brava gente. Da allora, la sua carriera è una serie di successi a teatro, al cinema e in televisione.  È anche doppiatore, regista e poeta teatrale.\r\n\r\n33 fiction, 42 film, 51 spettacoli teatrali di cui 37 da regista.\r\n\r\nHa registrato 10 album come solista e diretto 8 opere liriche.\r\nProietti ha doppiato tra gli altri Marlon Brando, Robert De Niro, Dustin Hoffman e\r\nil Genio di Aladin di Walt Disney\r\n\r\n“Raccontare la propria vita non è cosa da tutti. Certo, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi… Come li spieghi a chi non c’era? I «faccio un goccio d’acqua» sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, le chiacchiere dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge?\r\nForse non è stato neppure come lo ricordi tu, perché nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso.\r\nC’è chi ha descritto la periferia come topos del Tragico, magari con accenti nobilissimi, ma con l’occhio inevitabilmente distaccato dell’intellettuale che riflette e si sforza di soffrire sulla condizione umana. Io non pretendo tanto. Preferisco raccontare la mia allegria di allora, impastandola a quella di oggi. Ma senza nostalgia, per l’amor d’Iddio. No, semmai con la gioia per un passato che la mente riscrive come vuole, come un sogno ricorrente che, negli anni, abbiamo imparato a controllare.”

Grafica Divina

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