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Luca Locati Luciani: l’intervista

Incontriamo Luca Locati Luciani autore di Crisco Disco un interessante pubblicazione sulla storia della Disco Music e del Clubbing Gay negli anni Settanta/Ottanta. Lo abbiamo incontrato per voi ecco cosa ci ha raccontatao. Con lui anche Gianluca De Meis che ha curato all’interno del libro il saggio sul CAMP.\r\n\r\nQuali le connessioni e gli sviluppi fra disco music e realtà GLBT?\r\n\r\nLa disco music “nasce” letteralmente dentro alle prime discoteche gay, nello specifico negli USA e soprattutto a New York. Prima ancora che venisse chiamata disco music, era un’unione di generi diversi (soul, rock, percussioni tribali) operata da dj come Francis Grasso al Sanctuary, discoteca gay di New York, vero pioniere dell’arte del djing, elevando il ruolo di dj da semplice dipendente a vero e proprio “creatore di suoni”, artista quanto i musicisti. Nel 1971 inoltre a New York viene abrogata una legge che impediva a persone dello stesso sesso di ballare insieme, grazie all’attivismo dei movimenti di liberazione gay nati dopo il 1969, quando un manipolo di travestiti, gay e lesbiche si ribellarono con forza ai soprusi di un’ennesima retata della polizia al bar gay Stonewall Inn, a New York. L’edonismo gay newyorchese esplose, e vide il proliferare di discoteche, saune, sex clubs; il soul o il rock non erano più adatti a far da colonna sonora ai gay appena emancipati, la disco rispecchiava in pieno il loro gusto estetico e sonoro, cosi’ piena di sonorità ritmate, ma zuccherose, camp al tempo stesso.\r\n\r\nChe differenze ci sono state tra la realtà degli Stati Uniti e l’Italia negli anni Settanta/Ottanta?\r\n\r\n-In Italia gli anni 70/80 sono anni di profondi cambiamenti per la comunità GLBT; nel 1972 nasce il FUORI, primo movimento di liberazione gay organizzato su larga scala. Negli anni 80 nasce l’Arcigay, altro importante punto di svolta per l’attivismo GLBT Italiano. Non c’è però, come negli USA, una vita notturna specificamente gay cosi’ vasta ed organizzata. Fino alla seconda metà degli anni 80, i locali che si pongono come dichiaratamente gay sono sempre molto pochi. Un “boom” si avrà dai primi anni 90 in poi. Gli USA vedono invece un processo inverso: se gli anni 70 rappresentano un momento clou dell’edonismo gay, con il fiorire di quartieri quasi esclusivamente gay come Castro a San Francisco o la zona intorno a Cristopher Street a New York, gli anni 80, con la bomba AIDS, sono un decennio muta completamente l’aspetto e la forma della vita notturna gay. Altra differenza sta nelle radici “nazional-popolari” della cultura del ballo in Italia: molti dei primi locali gay continuano ad avere una connotazione da balera, a Milano nasce ad esempio La Nuova Idea, con una pista per il ballo liscio ed una per la disco music. Questo secondo me è proprio uno degli aspetti più interessanti e caratteristici della vita notturna gay Italiana, che si può riflettere ancora oggi nel gusto un pò “baraccone” di molte serate rivolte ad un pubblico GLBT.\r\n\r\nChe cos’è l’HINRG?\r\n\r\nInizialmente disco music veloce, come Sylvester, gli Arpeggio, Dan Hartman, veniva considerata  High Energy (o HINRG appunto). Via via però, con produttori come Patrick Cowley, Ian Levine e Bobby O assume delle caratteristiche più specifiche, identificabili con un ritmo frenetico, un basso pompatissimo unito a sonorità molto più elettroniche rispetto alla disco music classica: un esempio tipo è il singolo “High Energy” di Evelyn Thomas, che dà il nome al genere stesso. Sia disco music veloce che HINRG sono due generi amatissimi in club gay come il Saint di New York o l’Heaven di Londra. Inoltre l’HINRG è l’evoluzione naturale della disco music, traghettandola cosi’ nel decennio musicalmente elettronico per eccellenza, gli 80, ed influenzando altri generi come techno pop e new wave.\r\n\r\nIl libro è corredato da una accurata raccolta di immagini, volantini, locandine, foto, come hai messo insieme questo materiale?\r\n\r\nDa più di 10 anni sto raccogliendo memorabilia legati alla storia GLBT recente o anche precedente il ventesimo secolo. Per questo libro quindi non ho fatto altro che avvalermi di materiale che già possedevo, tranne alcune eccezioni.\r\n\r\nQuanto la discomusic ha influenzato la comunità gay e quanto il contrario?\r\n\r\nSi sono influenzate a vicenda: i dj dei primi club gay, con la loro sensibilità nel cogliere gusti e atmosfera che li circondavano, hanno creato il sound che poi venne chiamato disco. Quando i produttori fiutarono l’affare iniziarono a ricreare in studio quel sound precedentemente creato dai dj unendo generi diversi, quindi la disco venne da subito recepita dai gay come la loro naturale “colonna sonora” notturna. Con la sua iconografia a volte leziosa, le sue stelline ricoperte da boa di struzzo e paillettes, la disco ha inoltre a sua volta influenzato la comunità gay, creando nuovi miti e mode…\r\n\r\nCosa ti aspetti da questo libro?\r\n\r\nPer certi aspetti è un’opera acerba ma fortemente sentita, di una persona che non è nè musicologo nè saggista di professione, ma archivista-collezionista: e questo desiderio di rievocare luoghi, nomi, atmosfere dimenticate, spero venga recepito.\r\n\r\nPerchè il gusto camp ha riscosso tanto successo presso le comunità gay?\r\n\r\n(Risponde  Gianluca Meis)\r\n\r\nPerchè capace di creare un codice di riconoscibilità tra i suoi fruitori. Non a caso in America negli anni 60 era facile sentir chiamare i gay “Amici di Dorothy” sfruttando il Mago di Oz e il culto di Judy Garland. Nel camp si stemperavano messaggi di natura “gruppale”, un gusto intorno al quale far crescere un senso di comunità…un linguaggio e un gusto estetico specifico della sottocultura gay con una sua immediata riconoscibilità e condivisione, vuoi fosse il culto di vecchie glorie dello spettacolo come baraccone e nuove starlette dai famosi 15 minuti di notorietà alla Wharol. Lo scambio quasi clandestino di riviste physique pictorial come lo sdilinquirsi all’opera mentre una inverosimile e grassa Mimì offre la gelida e cicciotta manina da moribonda\r\n\r\nIntervista di: Cinzia Ciarmatori

Grafica Divina

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