Home Da preservare Salviamo San Rossore, l’appello del WWF Toscana

Salviamo San Rossore, l’appello del WWF Toscana

-TENUTA DI S.ROSSORE-

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Grafica Divina

 

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LA REGIONE VUOL FARE CASSA A SPESE DEL PATRIMONIO NATURALE

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IN CONSIGLIO REGIONALE UNA LEGGE PER CREARE UN’AGENZIA REGIONALE FINALIZZATA ALLA VALORIZZAZIONE ECONOMICA DEL DEMANIO FORESTALE

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E DI AMBIENTI UNICI COME LA TENUTA DI S.ROSSORE

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IL WWF:

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S. ROSSORE DEVE RIMANERE AL PARCO

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NO ALLO SFRUTTAMENTO FORESTALE E VENATORIO DELLE FORESTE DEMANIALI

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\r\nE’ vero che la crisi economica imperversa, ma non può che essere una risposta perdente quella di reagire consumando un bene unico, irripetibile e inestimabile come il nostro patrimonio naturale.\r\n\r\nPurtroppo però questo è quello che sembra stia per succedere in Toscana.\r\n\r\n In Consiglio Regionale è infatti in discussione una proposta di legge (PDL 195/2012), già approvata dalla Giunta, che prevede la creazione di un’Agenzia regionale finalizzata alla gestione del demanio pubblico con specifici fini di ‘valorizzazione’ economica.\r\n\r\n Tale Agenzia, con questa impostazione e questi intenti, dovrebbe andare a gestire i grandi complessi forestali demaniali della Toscana e anche alcuni ambienti particolari ed unici come la Tenuta di S. Rossore, ex tenuta presidenziale passata poi alla Regione, che verrebbe così tolta alla gestione e alla tutela ad oggi operata dal Parco di Migliarino – S. Rossore – Massaciuccoli.\r\n\r\n Sembra che la Regione voglia dimenticarsi che la Tenuta di S.Rossore è stata ad essa trasferita dallo Stato non per effettuarne uno sfruttamento economico ma per amministrarla, come dice la legge statale di trasferimento (n. 87 del 1999), per “scopi didattici, educativi e sociali” mirando “all’equilibrio ecologico e al risanamento ambientale”.\r\n\r\n Chi meglio del Parco può assicurare questi fini, per i quali 13 anni fa la Presidenza della Repubblica ha affidato alla Regione San Rossore “quale unicum ambientale, paesaggistico, storico e culturale di rilevanza internazionale” ??? E se la Regione non è più disposta ad affidare al Parco la più prestigiosa delle sue proprietà, come potrà poi pretendere che i tanti proprietari privati presenti nel Parco accettino di essere solo loro a dover farsi carico della tutela ambientale? \r\n\r\n Come può la Regione non capire che questo passaggio è distruttivo per tutto il Parco e anche per tutto il sistema regionale delle Aree Protette? O forse è proprio questo l’obiettivo della proposta di legge: mettere mano allo smantellamento del Parco? \r\n\r\nNon c’è bisogno di una nuova Agenzia; i motori di una nuova economia attenta all’ambiente ci sono già e sono i Parchi e le altre Aree Protette, che però devono essere sostenuti dalla Regione e non oppressi e depauperati.\r\n\r\n Nello stesso tempo, imporre una gestione ‘produttiva’ al patrimonio forestale del demanio regionale vuol dire metterne a rischio la conservazione, in particolare quando si parte con l’esplicito intento di utilizzare tali territori addirittura per l’attività venatoria. Il tutto in evidente contrasto con le norme vigenti, che con la LN 157/92 prevedono che le foreste demaniali possano essere aperte alla caccia solo quando, sentito il parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica, non presentino condizioni favorevoli alla riproduzione ed alla sosta della fauna selvatica.\r\n\r\nNello stesso modo è assolutamente preoccupante lo scenario di uno sfruttamento pesante dal punto di vista forestale di patrimoni naturali unici come i complessi forestali demaniali, e anche dello stesso S.Rossore, che – ricordiamo – è solo per il 10 % area agricola e per la gran parte invece area forestale. Ciò comporterà una gravissima perdita di biodiversità e un ulteriore passo indietro nella lotta ai cambiamenti climatici per i quali i complessi forestali sono di estrema importanza.\r\n\r\n E’ vero che una migliore gestione può essere auspicabile per molti territori del demanio pubblico, ma ciò deve avvenire nell’ottica di una tutela e di uno sviluppo sostenibile e non all’insegna di una ‘valorizzazione’ economica che, nonostante l’asserzione di qualche buon principio in premessa di legge, sa molto più di sfruttamento che di oculata gestione. E non è un caso che nella legge si parli anche espressamente di vendita e concessione di beni.\r\n\r\n E saranno danneggiati non solo i servizi ecosistemici, ma anche tutta la crescente economia che si muove sul turismo sostenibile e sullo sviluppo sostenibile, in quanto l’immagine e l’attrattiva di questi luoghi ne uscirà irrimediabilmente compromessa.\r\n\r\n Facciamo un appello alla Regione perché receda da questo progetto e facciamo un appello anche agli Enti locali perché si contrappongano a questo esproprio di un bene comune ambientale effettuato con la scusa della crisi, rischiando invece di danneggiare l’economia turistica locale.\r\n\r\n Se questa improvvida legge dovesse essere approvata, attiveremo tutte le possibili iniziative per il rispetto delle norme vigenti e per il ripristino quindi della dovuta tutela di questi beni pubblici, e chiederemo al Presidente della Repubblica di riprendersi San Rossore, perché la Regione avrebbe contravvenuto agli accordi che avevano accompagnato il trasferimento, dimostrando di non essere degna di apprezzarne il valore.\r\n\r\nFonte: WWF Toscana

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