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Tutti a caccia di Bramiti d’Amore

Appuntamento al tramonto nell’Oasi di Monte Arcosu in Sardegna per partecipare al monitoraggio del cervo sardo. Domenica 18 festa di fine censimento e incontro pubblico sul cervo sardo e il futuro dell’Oasi WWF\r\n\r\nDal 1986 al 2010 gli esemplari di cervo sardo nell’oasi sono passati da 80 a circa 900\r\n\r\nPasseggiare al tramonto lungo i sentieri della più grande Riserva Naturale del WWF Italia, l’Oasi di Monte Arcosu in Sardegna – oltre 3600 ettari di boschi– per “catturare” i bramiti del cervo sardo in amore e partecipare così, dal 10 al 17 settembre, al censimento 2011 di uno degli animali simbolo dell’Isola: è l’invito che il WWF rivolge ai cittadini sardi e agli amanti della biodiversità di tutta Italia per godersi un ultimo scampolo d’estate a contatto con la natura e, allo stesso tempo, contribuire a tenere vivo l’impegno degli attivisti nell’Anno Internazionale delle Foreste.\r\n\r\nLA TUTELA DEL CERVO SARDO. Minacciato d’estinzione soprattutto a causa della caccia, del bracconaggio e della frammentazione del proprio habitat, il cervo sardo negli anni ‘70 del Novecento era vicino all’estinzione. Nel 1985 il WWF, con l’acquisto di Monte Arcosu grazie a una grande mobilitazione popolare, ne ha salvato uno dei nuclei vitali, pari a circa 80 esemplari. Nel 1989, secondo il primo censimento WWF, erano saliti a 200 esemplari. Secondo l’indagine del 2010, realizzata con il prezioso contributo di 100 volontari, il numero di cervi sardi nell’Oasi era pari a 845 esemplari, per una densità media di circa 22 cervi per chilometro quadrato. Se si tiene conto anche dell’area confinante – che trae vantaggio proprio dalla presenza dell’oasi – oggetto anch’essa del censimento, la popolazione stimata sale a 1365 esemplari. La tutela dell’area e la lotta al bracconaggio ha consentito la salvaguardia della sottospecie fino ad ottenerne una crescita graduale nel comprensorio e in altre aree della Sardegna, e il suo ritorno in Corsica dove si era estinto negli anni ‘70.\r\n\r\nL’EDIZIONE 2011 DEL CENSIMENTO: GLI APPUNTAMENTI. Anche quest’anno viene rinnovato l’appuntamento per il monitoraggio della specie: dal 10 al 17 settembre, ogni giorno, al tramonto, dalle 19 alle 21, i gruppi di volontari guidati da esperti, tutti di età compresa tra i 18 e i 70 anni, potranno esplorare le meraviglie dell’Oasi inseguendo, con l’orecchio teso verso i boschi, il richiamo degli esemplari maschi per l’imminente stagione di accoppiamento.\r\n\r\nIl 18 settembre, a conclusione del monitoraggio, si terrà un incontro pubblico durante il quale una delegazione del WWF Italia farà il punto sul progetto cervo sardo, sul contributo dell’Oasi di Monte Arcosu per la salvaguardia di uno degli animali simbolo della Sardegna e sul ruolo futuro dell’oasi sul territorio.\r\n\r\nL’APPELLO DI FULCO PRATESI: UN RINNOVATO IMPEGNO. “Il cervo sardo è uno dei simboli più significativi del successo dell’attività di conservazione del WWF – afferma Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia -. In 25 anni di attività sul territorio, a partire dall’istituzione dell’Oasi di Monte Arcosu nel 1986 fino al primo censimento del 1989 rinnovato poi ogni anno con la partecipazione diretta dei cittadini al fianco degli attivisti del WWF, abbiamo realizzato quanto necessario per salvare questo splendido animale e il suo fondamentale ecosistema. Anche quest’anno invitiamo i cittadini a prendere parte alla nuova edizione del censimento e ad essere così spettatori dei suggestivi richiami d’amore del cervo sardo e del suo incantevole habitat”.\r\n\r\nNon bisogna infatti abbassare la guardia. La minaccia del bracconaggio diretto o indiretto è ancora ben viva e proprio di recente si sono verificati più casi nei pressi dei confini dell’oasi.\r\n\r\nE’ questo un rinnovato appello in difesa dell’ambiente che prende come modello di riferimento proprio la storia dell’Oasi di Monte Arcosu, salvata negli anni ’80 grazie ad una straordinaria mobilitazione popolare che in 6 mesi portò alla raccolta di circa un miliardo di lire necessari per l’acquisto dell’area, scongiurandone così la vendita a speculatori.\r\n\r\nIl censimento del cervo sardo viene effettuato con la metodologia del “bramito”, ovvero tramite l’ascolto del verso dei maschi adulti in amore da punti di osservazione selezionati. Viene calcolato il numero di maschi bramenti nel periodo di maggiore attività, ovvero a settembre, e da questo dato è poi possibile stimare la popolazione di cervi nell’area monitorata, che in media è presente in un rapporto di 4 femmine/giovani per ogni maschio bramente.\r\n\r\nCOME PARTECIPARE:\r\n\r\nE’ possibile compilare la scheda di adesione, una volta sul posto, o in anticipo sul\r\n\r\nsito del WWF Italia (https://beta.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=28908&content=1) e spedirla via mail a montearcosu@wwf.it\r\n\r\nPer ulteriori informazioni è possibile contattare:\r\n\r\nAntonello Loddo, Coordinatore Oasi WWF di Monte Arcosu, cell.: 3298315754\r\n\r\nSCHEDA DI APPROFONDIMENTO: IL CERVO SARDO E L’OASI DI MONTE ARCOSU\r\n\r\nIL CERVO SARDO\r\n\r\nIl cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), diffuso agli inizi del secolo in tutti i massicci montuosi della Sardegna, è sopravvissuto con nuclei naturali solo in tre comprensori: Arburese, Sulcis, Sarrabus. Da qualche anno, grazie all’Ente Foreste, è stato reintrodotto anche in altre aree. A provocare nel tempo il frazionamento e la conseguente drastica riduzione dell’habitat, sono stati fattori come la deforestazione e il pascolo, che insieme alla caccia prima (è del 1939 il divieto totale di caccia al cervo sardo) e poi al bracconaggio, hanno fatto sì che nel 1950 l’areale del cervo sardo risultasse ridotto a sole tre zone distinte senza possibilità di connessione.\r\n\r\nIl cervo sardo è una sottospecie di quello europeo da cui si differenzia per le minori dimensioni (120-130 kg o 70-80 kg), per il colore del mantello più scuro e per i palchi privi di corona.\r\n\r\nAttualmente si contano in Sardegna circa 7500 esemplari in natura.\r\n\r\nL’OASI WWF DI MONTE ARCOSU\r\n\r\nL’Oasi WWF di Monte Arcosu, in provincia di Cagliari, con i suoi 3600 ettari, è la più grande delle aree protette gestite dal WWF Italia. Si trova nel complesso forestale di Monte Arcosu- Piscinamanna, che costituisce la foresta mediterranea meglio conservata dell’intero bacino del Mediterraneo, di circa 35.000 ettari.\r\n\r\nL’Oasi di Monte Arcosu è uno scrigno di biodiversità. Oltre al cervo sardo, sono inoltre presenti il gatto selvatico (Felis silvestris libyca), la martora (Martes martes latinorum), la donnola (Mustela nivalis boccamela), la volpe (Vulpes vulpes ichnusae), il geotritone dell’Iglesiente (Speleomantes genei genei) ed il discoglosso (Discoglossus sardus).\r\n\r\nInteressantissima anche l’avifauna con poiana, gheppio, falco pellegrino, aquila reale, sparviere sardo (Accipiter nisus wolterstorffi) ed il raro astore sardo (Accipiter gentilis arrigonii) e la tipica pernice sarda (Alectoris barbara.) La flora è composta essenzialmente da leccio, sughera, fillirea, diverse specie di erica, corbezzolo, mirto, la bella e rara clematide mediterranea (Clematis cirrosa) e molte specie di cisto, ma non mancano le particolarità, come una rigogliosa stazione di tasso, alcuni residui di foresta primaria di leccio, alcuni endemismi e almeno 20 specie di orchidee.\r\n\r\nLa nascita dell’Oasi di Monte Arcosu. Negli anni ’80, quando questa foresta sarda viene messa in vendita, è una mobilitazione popolare a salvarla. Vengono coinvolti gente comune, personaggi noti, scolaresche, monasteri, carceri, ospedali. I bambini delle scuole vendono speciali francobolli dedicati all’Oasi. In sei mesi viene così raccolti parte della somma necessaria all’acquisto, oltre al contributo dell’allora Comunità Europea.\r\n\r\n \r\n\r\nOggi Monte Arcosu è la più grande Oasi WWF in Italia.\r\n\r\n \r\n\r\nFonte: WWF

Grafica Divina

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