Home Da non perdere “Titoli di Coda”: intervista a Monica Tecce, manista

“Titoli di Coda”: intervista a Monica Tecce, manista

A volte la ricerca di un ospite interessante è più ardua di quanto possa sembrare. I professionisti dell’audiovisivo o sono molto impegnati a lavorare o sono molto impegnati a cercare un lavoro. In un periodo di incertezze come quello che questo settore, come molti altri, sta passando, i lavoratori sono difficili da contattare, da intervistare: è comprensibile. Da qui l’assenza della scorsa settimana. Semplicemente non me la sento di dare il tormento, oltre un certo limite a chi tormentato è già. Questa settimana Monica Tecce è la nostra gradita ospite. Il suo lavoro? La manista.\r\n\r\nIn cosa consiste il tuo lavoro? Il lavoro della manista consiste nel prestare le proprie mani per alcuni prodotti televisivi o campagne pubblicitarie, sessioni fotografiche. In alcuni casi, quando in tv si vedono due mani spalmare una crema su un bel viso o togliere la polvere da un tavolo, ecco, quelle possono essere le mani di una manista. Una curiosità: esistono pure i manisti e anche i piedisti e le piediste. La ricerca della bellezza e della perfezione delle forme e dei gesti, nella nostra società affamata di immagini, è costante.\r\n\r\nCome sei arrivata a diventare una manista? Io ho una laurea in Filosofia, e ho anche un altro lavoro, che è la mia prima occupazione. Durante gli studi cercavo costantemente di guadagnare qualcosa, anche perché studentessa fuori-sede. Ho cominciato facendo comparsate in fiction e film. Non ho mai creduto di potere diventare una attrice, ma un giorno sono entrata in contatto con una agenzia che si occupa di generici, e con loro ho lavorato, saltuariamente per un po’, fino a quando sono andata sempre grazie a loro ad un provino per manista. La faccio breve: dopo quel primo provino per un detersivo per i piatti, ne ho fatti molti altri, ho cercato la giusta agenzia per me, ed eccomi qua.\r\n\r\nCon una professione come la tua come riesci a svolgere le normali mansioni di casa? Prendi particolari precauzioni? Mi aspettavo una domanda del genere. Spesso le persone mi domandano come faccio a fare le pulizie di casa, mi domandano di mio marito (se non spettino solo a lui i lavori manuali). Certo devo prendermi cura del mio strumento di lavoro, delle mie mani, ma questo non significa stare con le mani in mano. Quando faccio lavori manuali uso semplicemente i guanti, una buona crema per le mani alla sera, e occasionalmente ricorro alla manicure. Stranamente è più temibile l’abbronzatura che non i lavori manuali. Le mani più richieste, secondo la mia esperienza, sono quelle senza abbronzatura.\r\n\r\nC’è richiesta di maniste? La richiesta è relativa. Il lavoro arriva principalmente dal settore della pubblicità. Attualmente inoltre attori e attrici, prendendosi cura del proprio corpo molto più che in passato, spesso hanno mani curatissime. Ma non mi lamento.\r\n\r\nSo che esistono manisti bambini. Come vedi il lavoro di questi ultimi? Conosco alcuni manisti bambini. Credo che come in tutti i lavori, il bambino debba essere coinvolto in un “gioco” che poi è anche un lavoro. A volte per l’ambizione dei genitori, i bambini vengono spinti ad intraprendere queste professioni, correndo il rischio di perdere la parte ludica e di intristirsi. Comunque il bambino manista dovendo curare le proprie mani, non fa una bella vita: poco pallone e attenzione ai graffi e ai lividi. Sai che noia!\r\n\r\nRubrica ed intervista a cura di Alessandro Bertolucci\r\n\r\n 

Grafica Divina

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