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Due chiacchiere con… Mietta

Dalla musica ai libri e dai libri alla musica: così potremmo definire il percorso che Mietta ha fatto negli ultimi 3 anni. Un figlio, un libro e un nuovo cd di inediti sono il risultato di questi anni di assenza. In questa breve chiacchierata ci ha raccontato da dove nasce il suo personaggio e come certe sue canzoni si leghino in maniera indissolubile ad alcuni momenti che la sua protagonista ripercorre.

Da dove nasce l’esigenza di scrivere L’albero delle giuggiole?

Grafica Divina

Da qualcuno dovevo pur cominciare ed ho cominciato con Chiara, questa donna che un po’ per carattere mi assomiglia, soprattutto nella sua volontà di essere e di fare. Con lei condivido il fatto che prima di amare qualcun altro bisogna amare noi stessi. Questo libro è scritto in modo sincero e ironico. Sincero perché ero assolutamente sicura di ciò che volevo dire, raccontare; ironico perché credo che nella vita sia necessario non prendersi sul serio. In ogni caso nel romanzo ci sono anche dei lati più malinconici, quando Chiara ripercorre momenti importanti della propria vita attraverso i racconti di altre donne.

Perché proprio questo titolo, L’albero delle giuggiole?

Posso dire poco sul titolo, perché altrimenti svelerei troppo. Diciamo che un giorno mi sono imbattuta in un campo di alberi colorati: le giuggiole, appunto. Sono rimasta poi conquistata dall’estrema dolcezza del frutto.

Dopo 3 anni torni con un disco completamente di brani inediti…

Sì, sono felice di questo. Insieme a me come autori firmano i brani professionisti che stimo moltissimo come Kaballà, Niccolò Agliardi, Emiliano Cerere e Saverio Grandi. Un progetto questo che mi ha impegnata per oltre 3 anni, periodo durante il quale ho cercato con estrema cura brani che portassero alla luce un tema a me caro, quello della fragilità dell’essere umano, un aspetto – quello della fragilità – visto come un valore aggiunto, come un punto di forza perché è proprio dalla fragilità che spesso scaturisce un’inaspettata forza, come se fossero due facce di una stessa medaglia.

Puoi dirci qualcosa sui brani del tuo ultimo Cd, Due soli?

Legato al libro c’è sicuramente Fotografie che ne rappresenta la sintesi. Il brano parla infatti di una donna bloccata dalla paura, paura di non essere in grado di avere una storia stabile. Questa donna – sfogliando un vecchio album di foto – durante una notte d’estate rivive i momenti più significativi e grazie a questa insolita rilettura trova il coraggio e la spinta per ripartire. Sempre al femminile è il brano Sono come me, un intimo dialogo con se stessi di una donna lascia andare le proprie paure aprendosi al perdono.

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