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Il No sugli impianti eolici al Brennero

WWF Italia e LIPU-BirdLife Italia non intendono far passare sotto silenzio il pericolo che corre il Passo di Santìcolo (Sandjoch) e l’adiacente Monte Sella (Sattelberg), a pochi chilometri dal Brennero, a oltre 2100 metri di quota, sulla rotta migratoria del Brennero, la più importante di tutto l’Alto Adige. La Provincia Autonoma di Bolzano sta valutando in queste settimane due progetti di parchi eolici da posizionare sui crinali di quest’area, per un totale di 31 mega-torri che potrebbero provocare circa 10.000 contatti letali di uccelli ogni anno. La locale associazione ambientalista Federazione Protezionisti Sudtirolesi (Dachverband für Natur- und Umweltschutz) segue con apprensione da mesi l’evolversi politico della vicenda. Dichiara il suo Presidente, Klauspeter Dissinger: «Si tratta di due progetti, denominati “Sandjoch” e “Sattelberg”. Come abbiamo già dichiarato recentemente non siamo contrari all’uso delle energie alternative ma qui c’è dell’altro. L’Alto Adige è già abbondantemente autosufficiente a livello energetico, e l’energia prodotta da questi impianti verrebbe tutta rivenduta. Si tratta perciò unicamente di un’operazione commerciale». Dissinger prende anche atto delle recenti dichiarazioni della Provincia: «Sono contento – prosegue – che il Presidente Durnwalder abbia riconosciuto il forte impatto ambientale causato dall’installazione di campi eolici. Ma l’eolico al Brennero, che per lui sarebbe permesso come un’eccezione con la scusa del cosiddetto “Corridoio Verde”, è assolutamente improponibile: devo contraddirlo sia sull’impatto paesaggistico sia sui fortissimi impatti a carico del territorio, vista l’inadeguatezza dell’attuale strada di accesso al passo, che dovrebbe subire ampi stravolgimenti per permettere la salita dei tanti convogli eccezionali che trasporterebbero generatori e gru. A questo occorre aggiungere l’impatto della funivia che verrebbe costruita appositamente – e poi smantellata – per far arrivare ai luoghi di cantiere gli altri componenti delle torri». Sulla stessa linea fortemente critica si schiera anche Osvaldo Negra, Presidente del WWF Trentino Alto Adige: «L’eolico in montagna è un puro controsenso, considerando che per via del minor peso dell’aria a 1500 metri di quota l’impianto ha già una perdita di resa del 20% rispetto ad uno installato a livello del mare, o in pianura. Oltre i 1500 metri, a 1800 o 2000 metri la perdita aumenta ulteriormente, è di circa il 30%. Questi impianti stanno in piedi solo con i contributi che arrivano dai certificati verdi, altrimenti non possono essere veramente redditizi».\r\nIl Presidente del WWF aggiunge ancora: «Il WWF Italia è favorevole agli impianti eolici. Ma, come dicono le nostre linee guida, “Lo sviluppo dell’energia eolica deve necessariamente conciliarsi con la conservazione della biodiversità, i cui valori sono diffusi nel nostro Paese con una concentrazione superiore al resto d’Europa”. Il fatto che il WWF sia favorevole all’eolico non significa che debba essere favorevole a tutti gli impianti eolici che vengono proposti. La situazione va discriminata caso per caso».\r\nCosì spiega ulteriormente Osvaldo Negra: «L’area del Sattelberg-Sandjoch e l’attiguo Passo del Brennero va assolutamente salvaguardate in quanto assieme all’area del Passo di Resia rappresentano due valichi di rilievo alpino per il transito migratorio attraverso i quali, con effetto di imbuto più o meno marcato a seconda delle situazioni e delle specie, si convoglia gran parte del transito migratorio tra Austria meridionale e Trentino Alto-Adige. La corrente migratoria che (in autunno) dal versante austriaco delle Alpi si riversa, via Val d’Isarco o via Val Venosta, nella valle dell’Adige (e che in primavera si muove con direzionalità opposta) rappresenta un ramo non trascurabile della componente di uccelli migratori che dall’Europa centro-settentrionale “scende” verso il Mediterraneo attraversando le Alpi e la penisola italiana.\r\nVa inoltre considerato che, per gran parte del suo decorso, il prospettato impianto eolico si snoda praticamente lungo la linea di confine italo-austriaca e l’area d’alta quota limitrofa sul territorio del Tirolo è soggetta ad una forma di tutela paesaggistica mirata a conservare l’arcaicità del paesaggio rurale d’alpeggio: la presenza di una serie di pale eoliche ben visibili da svariati chilometri di distanza rappresenterebbe quindi un elemento di forte oltraggio paesistico». Anche la LIPU, attraverso Giorgia Gaibani, Responsabile settore IBA e Natura 2000, si unisce con preoccupazione al discorso: «I dati già forniti dal Dachverband che denuncia 10.000 possibili uccisioni tra rapaci e altri migratori all’anno sono corretti, considerando che nei picchi migratori sono stati osservati tra i 5000 e i 6000 passaggi per ora e per chilometro lineare: i rilievi storici sono ancora abbastanza recenti ma ormai l’evidenza è certa e sia il Passo Santìcolo, sia il passo del Brennero sono davvero importanti, visto che rappresentano gli unici varchi agevoli in un’ampia zona ricca di alte cime sopra i 3000 metri e di creste acuminate. Gli uccelli migrano anche con condizioni meteorologiche avverse, di notte, senza luna, con la nebbia e in volo cieco nelle nuvole grazie alla loro memoria genetica: sfiorando il passo nessuna mitigazione o compensazione progettuale potrebbe evitare disastrosi impatti».\r\nLa responsabile delle LIPU disegna poi un quadro a tinte fosche: «Con gli amici del WWF stiamo cercando di monitorare il fenomeno eolico a livello nazionale: non si contano le decine di progetti all’assalto di passi e crinali, dalla Calabria in su. Ora l’eolico è arrivato anche nel nord Italia ma il problema ambientale è ampiamente sottovalutato: ognuno pensa per sé e nessuno ha una visione d’insieme. E neppure si tiene conto che sulle Alpi non siamo gli unici ad impiantare torri eoliche: falchi pecchiaioli, bianconi, nibbi, poiane e tanti rapaci – animali che percorrono anche migliaia di chilometri nei loro spostamenti primaverili e autunnali – nel giro di una decina d’anni rischiano crolli demografici. E naturalmente bisogna mettere nel conto le tante pressioni che l’uomo sviluppa lungo le loro rotte migratorie e nei loro siti di riproduzione e di caccia». WWF Italia e BirdLife Italia si uniscono alla richiesta già avanzata dal Dachverband di regolamentare in una visione d’insieme, in Alto Adige e Sudtirolo, l’installazione di parchi eolici. A parte il minuscolo “Biotopo Hühnerspiel” le Associazioni, infine, lamentano lungo la linea di confine di tutto il Vipitenese e della Valle Aurina la completa assenza di siti SIC e ZPS per la protezione di specie di importanza europea ma sottolineano, come anche messo in evidenza dal Ministero dell’Ambiente, che la Direttiva Uccelli richiede agli Stati membri e per il principio di sussidiarietà alle Amministrazioni territorialmente competenti, di “porsi seriamente l’obiettivo di proteggere gli habitat anche al di fuori delle Zone di Protezione Speciale, adottando le misure adeguate al fine di evitare l’inquinamento o la perturbazione degli habitat e delle specie”.\r\n\r\nFonte WWF

Grafica Divina

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